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Juve non deve morire. Cane di quartiere segnalato come randagio è finito in canile, e ora rifiuta il cibo


Chi ha segnalato quel cane apparentemente vagante per le strade di Veglie, nel leccese, di certo l’ha fatto in buona fede. Non sapeva che Juve, 16 anni, non era un cane randagio ma semplicemente un cane libero. Un cane di quartiere accudito dalla comunità che adesso lo rivuole indietro.

Sì perché dopo la segnalazione da parte di un turista alle autorità, Juve – un pelosone bianco e nero – è stato accalappiato ed è finito in canile a Copertino. E qui lo stress della reclusione lo ha stroncato al punto che ha smesso di mangiare. Pare proprio che intenda lasciarsi morire.

I cittadini vegliesi si sono mobilitati e hanno coinvolto nell’appello alla libertà per Juve anche la Lega Nazionale per la Difesa del Cane (Lndc) Animal Protection. L’associazione ha già attivato il suo legale nonché responsabile diritti animali. “Ha scritto una lettera al Commissario Prefettizio del Comune di Veglie e al Servizio Veterinario dell’Asl locale – illustra una nota – per chiedere l’immediato rilascio del cane”.

“Sia la Legge Regionale sia il Regolamento Comunale – specifica il comunicato – prevedono la figura del cane di quartiere e la reintroduzione sul territorio di appartenenza per i cani non pericolosi. Non si capisce quindi il motivo per cui Juve è stato accalappiato. In 16 anni non ha mai creato problemi né è mai stato oggetto di denunce o segnalazioni per comportamenti aggressivi”.

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