L’uragano Maria che strapazza Porto Rico, e il cane Daya perde la sua famiglia. E la sua famiglia perde lei. Le ricerche, i pianti, gli appelli. Incessanti. Per settimane che diventano mesi, che si trasformano in anni. Persa per sempre, pensavano i protagonisti. E invece no. Due anni dopo, ecco il miracolo di una telefonata inaspettata.
Al telefono c’erano gli operatori del Second Chance Animal Services. Daya era stata ritrovata. Il microchip aveva consentito di identificarla con certezza, e ora i volontari stavano organizzando il trasporto verso la nuova residenza dei proprietari, il Massachuttes, così che potessero riabbracciarsi.
Gli umani sapevano a cosa stavano andando incontro quel giorno. Daya invece no. Ma ha riconosciuto già l’odore da lontano, e poi li ha visti. Un’esplosione di gioia, di lacrime e code sventolanti, di baci e commozione. Tutto grazie alla tenacia con cui la famiglia l’ha cercata e alla generosità dei volontari che, dopo l’uragano, hanno continuato a lavorare per ricongiungere tanti animali dispersi alle loro famiglie.
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