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Rabbia nel cane: sintomi, cura e prevenzione

Rabbia nel cane: sintomi, cura e prevenzione

La rabbia è probabilmente la patologia più pericolosa non solo per il tuo cane, ma anche per la tua salute e quella dei tuoi cari. Questa malattia, infatti, è particolarmente subdola ed esplode in tutta la sua violenza dopo alcune settimane dal contagio, spegnendosi in modo drammatico per il tuo cane, conducendolo rapidamente alla morte. Per questo motivo, è assolutamente il caso che tu sappia quali sono i sintomi e la cura della rabbia nel cane, imparando anche che la prevenzione è sempre la migliore soluzione.

Rabbia nel cane: i sintomi

La sintomatologia della rabbia nel cane è molto precisa: dopo che il tuo animale è stato infettato dalla saliva di un altro animale contagioso (pipistrelli e procioni su tutti), il virus della rabbia impiega diverse settimane per diffondersi all’interno del suo organismo, fino ad arrivare alla compromissione del suo sistema nervoso. In altre parole, le prime 3-4 settimane potresti non accorgerti di niente: dopo, però, noterai un aumento esponenziale dell’aggressività del tuo cane nei confronti di tutto e di tutti, oltre ad una sovra-eccitazione perenne, alla sensibilità alla luce e ad una serie di comportamenti inusuali. Questa fase dura pochissimi giorni, perché poi il cane si immobilizza fino al momento del suo decesso.

Rabbia nel cane: cura e prevenzione

Gli esami diagnostici sono importantissimi per individuare la presenza della rabbia nel cane: in questo senso, sarà il tuo veterinario a dirti che la terapia può solo alleviare quello che, spesso, finisce per essere l’ultimo periodo di vita del tuo cucciolo. Dalla rabbia, infatti, non si guarisce: e questo è un discorso che vale anche per gli uomini, soprattutto quando la malattia non viene riconosciuta per tempo. Come spesso accade, dunque, la vera cura per la rabbia nel cane è la sua prevenzione: assicurati dunque di vaccinare il tuo cane (e di vaccinarti tu stesso) contro il virus della rabbia, e di farlo ogni 3 anni, a partire dalla sua dodicesima settimana di vita.

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