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Ecco spiegati i motivi dello sguardo da cane bastonato

sguardo da cane bastonato

Pare che alcuni cani siano perennemente tristi. Sguardo tra il languido e il malinconico e angoli del muso all’ingiù. In realtà si tratta, secondo la scienza, di una conseguenza evolutiva.

Vediamo nello specifico cosa dicono gli studi a proposito dello sguardo da “cane bastonato” e della sua valenza comunicativa.

Nei lupi si ritrova un equivalente dello sguardo da cane bastonato

Si tratta di un’espressione – testa bassa, occhi grandi, tristi e imploranti – rintracciabile anche negli umani, ma particolarmente diffusa ed evidente nei cani.

Una spiegazione molto interessante viene fornita dal biologo Nathan Lents, che la ascrive a tristezza, umiliazione, ma anche senso di colpa.

Nel suo libro, Not So Different: Finding Human Nature in Animals, lo studioso spiega le ragioni evolutive che ne sarebbero all’origine.

Fare quella faccia, spiega il biologo, era uno strumento di sopravvivenza da molto prima che i cani fossero addomesticati.

Ricorda, infatti, una postura tipica dei lupi, animali strettamente imparentati con i cani.

Il cosiddetto “apology bow”, l’inchino a testa bassa e con la coda fra le gambe, che verrebbe agito da alcuni di questi di fronte ad altri membri del branco quando hanno commesso azioni inaccettabili.

Infatti, quando un lupo fa qualcosa di sbagliato, come mordere troppo forte un compagno durante un gioco, l’esemplare viene escluso e ignorato.

E poiché stiamo parlando di un animale che necessita del branco per sopravvivere, il suo allontanamento protratto nel tempo equivale a morte.

Ecco quindi che l’atteggiamento sottomesso, “da cane bastonato”, rappresenta una richiesta di riammissione nel branco.

In più, l’apology bow non viene agito solo come ammissione di colpa, ma anche di sottomissione ad un esemplare dominante, con uno status sociale più elevato.

Altre teorie sull’origine evolutiva dell’espressione da cane bastonato

Secondo un team di studiosi americani ed inglesi, circa 33 mila anni, quando è iniziato il processo di domesticazione dei cani, questi, per adattarsi a vivere insieme all’uomo, hanno dovuto trovare nuovi modi di comunicare in assenza della parola.

Ed ecco che a cambiare è stata proprio l’anatomia facciale, ed in particolare la struttura muscolare del muso, che ha portato a quella tipica espressione, in cui i cani sollevano il sopracciglio interno.

Essa dunque sarebbe “il risultato delle nostre preferenze”: i cani capaci di maggiore mobilità del sopracciglio interno, quindi di espressività, sono stati avvantaggiati nella selezione operata dall’uomo.

Non a caso, tra le varie razze ci sono sostanziali differenze: per esempio l’husky siberiano non è dotato di tale espressività, perché nel corso della sua storia selettiva l’uomo ha privilegiato la sua attitudine a lavorare in gruppo.

A dire che se Fido ha cambiato faccia nel corso degli anni è per la sua vicinanza all’uomo!

Le espressioni canine dipendono dagli occhi che le guarda

E la cosa pare continui ancora adesso…

Un altro studio ha rivelato infatti che i cani producono più espressioni facciali quando un essere umano li guarda e che queste espressioni vengono dunque usate per comunicare e, forse, per manipolarci.

I ricercatori hanno studiato 24 cani padronali di razze diverse, di età compresa tra 2 e 12 anni.

L’espressione più utilizzata dai cani analizzati per la ricerca era la classica faccia triste, ottenuta innalzando le sopracciglia e accentuando così le dimensioni degli occhi che ricordano in questo modo quelli di un cucciolo.

In pratica attivavano quello che Konrad Lorenz chiamava “baby schema” e che rende i cuccioli irresistibili ai nostri occhi.

Le conclusioni di questo studio sono che:

  • il processo di domesticazione non è stato univoco ma reciproco (tra uomo e cane)
  • i cani hanno imparato a osservarci e a controllare il nostro comportamento
  • le espressioni di Fido, compresa quella da cane bastonato, non sono affatto involontarie.

Credits Foto: Pixabay.com

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