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Malattie dei cani trasmissibili all’uomo: attenzione all’anaplasmosi

anaplasmosi nel cane


Dopo due anni e oltre di Coronavirus è arrivato da poco il vaiolo delle scimmie.

Ora, come allora, non si esclude anche una trasmissione per via animale.

Dal momento che alcune patologie possono essere trasmesse anche da persona ad animale e viceversa.

Si tratta delle zoonosi. Alcune si possono trasmettere in via diretta dall’uno all’altro. Certe altre invece si trasmettono tramite vettori.

Nella maggior parte dei casi si tratta di parassiti che infestano il cane per poi mordere l’uomo.

Tra le malattie dei cani trasmissibili all’uomo le più comuni sono la Malattia di Lyme, l’Ehrilichiosi e l’Anaplasmosi.

Ed è su quest’ultima che approfondiremo il discorso…

Anaplasmosi: tra le malattie dei cani trasmissibili all’uomo

Responsabile dell’anaplasmosi granulocitaria è la zecca Ixodes Ricinus.

Un parassita ampiamente diffuso in nel continente europeo dalla Scandinavia all’Italia, ai Balcani, all’Europa dell’Est fino ad arrivare al Nord Africa.

Il contagio avviene di solito dopo che la zecca ha succhiato il sangue per uno o due giorni.

Il periodo di incubazione è di circa 7-14 giorni.

I sintomi della malattia sono spesso generici: febbre, letargia e inappetenza.

Si possono presentare anche dolore, rigidità, sofferenza, zoppicamento.

Più raramente vomito, diarrea ed emorragie.

Diagnosi e trattamento dell’anaplasmosi

La sola presenza degli anticorpi tuttavia non è sufficiente per una diagnosi definitiva, poiché rivela che il cane è stato esposto all’infezione, ma non che abbia sviluppato la malattia.

Ecco perché è necessario valutare i sintomi.

Soprattutto quando sopraggiunge la febbre, il batterio è talvolta visibile nei globuli bianchi effettuando un’analisi al microscopio oppure un esame PCR (esame del sangue).

Per contrastare la patologia è necessaria una terapia endovenosa di sostentamento, antibiotici e antidolorifici.

Non esiste invece vaccino contro l’anaplasmosi granulocitaria.

Prevenzione dell’anaplasmosi, malattia dei cani trasmissibile all’uomo

Proprio perché non è disponibile una profilassi vaccinale contro questa malattia dei cani trasmissibile all’uomo, è quanto mai opportuno effettuare una corretta prevenzione.

Che consiste nell’evitare il più possibile i morsi delle zecche, adoperando opportuni antiparassitari, insieme ad un controllo regolare e quotidiano del pelo dell’animale per rimuovere eventuali zecche prima che riescano a trasmettere il batterio responsabile della malattia.

Altre precauzioni consistono nell’evitare il contatto con:

  1. animali selvatici o randagi, difficilmente soggetti a controllo sanitario e quindi possibili portatori di alcune zoonosi (come la rabbia)
  2. gli escrementi del quattro zampe (in particolare le donne incinte, che rischiano di contrarre alcune malattie come la toxoplasmosi, che può determinare gravi conseguenze sullo sviluppo del feto; è bene indossare dei guanti quando si puliscono lettiere e giardini, e pulire zampe e muso (le parti più soggette ad entrare in contatto con possibili superfici contaminate) prima che l’animale abituato alle uscite rientri in casa.

Ecco tutti i motivi per prestare attenzione all’anaplasmosi, una delle malattie dei cani trasmissibili all’uomo…

Credits Foto: Pixabay.com

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