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La malattia di Lyme nel cane e nell’uomo


Il morbo di Lyme, conosciuto anche come Borrelia o Borreliosi dal nome del batterio che la provoca, è poco nota in alcune zone, ma abbastanza risaputo in altre nelle quali è notevolmente diffuso. 

Compresa l’Italia.

Si classifica come zoonosi, per cui può infettare non solo il cane ma anche l’uomo.

Vediamo allora come proteggere noi stessi e Fido dalla malattia di Lyme.

La malattia di Lyme: cos’è, come si trasmette, che sintomi determina

La Borrelia, come detto, è il batterio che provoca questa malattia.

Come la zanzara passa la Filaria e il flebotomo la Leishmania, la zecca passa la Borrelia (e l’Erlichia, e la Babesia, e altre malattie).

Si differenzia dalla Leptospira, più pericolosa, perché NON sopravvivere nell’ambiente esterno.

Quindi l’unico modo di contrarla è il morso dalla zecca.

La borreliosi è una malattia multi-sistemica, caratterizzata da una grande variabilità di sintomi.

Il primo dei quali è di solito un’eruzione cutanea passeggera intorno all’area nella quale la zecca ha morso (cosa che accade anche nell’uomo).

Dopo un periodo d’incubazione piuttosto lungo (anche 2-5 mesi), possono comparire:

  • Febbre alta (a volte, intermittente);
  • Dolori muscolari;
  • Zoppia (ad uno o più arti);
  • Perdita dell’appetito;
  • Ingrossamento dei linfonodi periferici;
  • Letargia;
  • Stanchezza.

Nel tempo, si sviluppano anche dolori articolari e gonfiore bilaterale di gomito o ginocchio.
I problemi muscolari e articolari possono complicarsi in poliartrite.

Se non trattata, la malattia può coinvolgere anche il fegato e i reni, oltre a provocare disturbi neurologici e cardiaci, anche gravi e di natura cronica.

Diagnosi, trattamento e prevenzione della malattia di Lyme

La diagnosi non è affatto semplice, dato che spesso i sintomi si presentano in maniera aspecifica.

Sono comunque necessari:

  • anamnesi (valutazione della possibile esposizione del cane a zecche nei mesi precedenti la comparsa dei sintomi)
  • riscontro di manifestazioni tipiche
  • esecuzione di test sierologici (metodo ELISA e Western Immunoblot).

Il trattamento, se precoce, generalmente è risolutivo, e prevede la somministrazione di:

  • antibiotici (doxiciclina, amoxicillina ed azitromicina) per almeno tre settimane
  • antinfiammatori non steroidei per favorire la completa scomparsa della sintomi.

Purtroppo, anche con questo tipo di terapia, tutt’altro che blanda, non è detto che la malattia non possa tornare. 

Qualora sia coinvolto l’uomo, una possibile evoluzione è anche la meningite.

Dunque, è necessario essere previdenti.

Infatti l’atteggiamento migliore è quello preventivo, che consiste nel:

  1. sottoporre Fido a trattamenti specifici prima dell’inizio della stagione a rischio (febbraio-marzo) continuando per tutto il periodo a rischio, indicativamente fino a settembre-novembre
  2. ispezionare il cane dopo uscite in aree rurali e boschive (in particolar modo all’altezza di inguine, ascelle, testa e torace), rimuovendo le zecche il prima possibile e correttamente (cioè estraendo anche l’apparato buccale conficcato nella cute)
  3. vaccinare il cane: tuttavia questa forma di protezione non è assoluta, dal momento che in Europa sono presenti diverse specie e genotipi di Borrelia. Le altre forme di prevenzione risultano piuttosto efficaci (se constanti e ben effettuate), per cui il vaccino può essere circoscritto alle sole aree endemiche, dove la malattia è sempre presente (sarà il veterinario a dare questa informazione). Il vaccino, inattivato cioè basato sulla Borrelia morta, si somministra per la prima volta a otto settimane, ripetendo una volta al mese per i mesi primaverili e autunnali, per il primo anno di vita del cane. Sono infatti i cuccioli ad essere più sottoposti di tutti gli altri alla malattia di Lyme…

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