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Tumore alla mammella nel cane: a quali sintomi prestare attenzione


Il tumore alla mammella nel cane è la neoplasia più ricorrente nelle femmine e di solito viene trattato chirurgicamente.

Come per le donne, anche nel caso del cane un nodulo nel tessuto mammario potrebbe rappresentare un primo campanello d’allarme.

Scopriamo insieme come comportarci…

Quali sintomi dovrebbero allarmarci di un possibile tumore alla mammella nel cane

Come detto, la comparsa di uno o più noduli nella zona dei capezzoli e delle ghiandole mammarie. 

Al tatto si presentano duri, e talora gonfi e dolenti.

Poiché c’è il rischio di confonderlo con una mastite, è più che opportuno rivolgersi al veterinario.

Questi, palperà le escrescenze, il tessuto mammario circostante e i linfonodi della zona.

Poi eseguirà radiografie, per studiare la natura dei rigonfiamenti e individuare un’eventuale proliferazione delle cellule tumorali in altre parti del corpo (metastasi).

Ancora, un’ecografia (sonografia) degli organi interni sarà utile per valutarne il possibile coinvolgimento, oltre che la natura maligna o meno del tumore in relazione alla densità dei tessuti.

Un prelievo di sangue infine aiuterà a determinare lo stato di salute e la funzionalità di reni e fegato (se il tumore fosse in stadio avanzato, emergerebbero alcuni marcatori tumorali).

Il veterinario potrebbe anche decidere di eseguire una biopsia, asportando un campione di tessuto e facendolo esaminare da un laboratorio specializzato.

Definizione dello stadio e Terapia nel tumore mammario canino

Il veterinario di norma tratta chirurgicamente il tumore, senza ricorrere alla chemioterapia.

Se la neoplasia fosse ancora allo stadio iniziale, potrebbe decidere di aspettare che la massa raggiunga una certa dimensione e ci siano le condizioni ottimali per intervenire con successo (anche asportando una o entrambe le linee mammarie, a seconda del coinvolgimento).

Purtroppo si tratta di un tumore ad alto rischio di recidiva, per cui sono necessari costanti controlli anche nel post-operatorio.

La malignità dipende da:

  1. Tipo di neoplasia:
    • Tumore maligno:
      • Carcinoma non infiltrante
      • Carcinoma complesso
      • Carcinoma semplice
      • Tipologie particolari di carcinoma: fusocellulare, spinocellulare (SCC), mucinoso e “lipid-rich” (LRC)
      • Sarcoma (fibrosarcoma oppure osteosarcoma)
      • Carcinosarcoma
    • Tumore benigno:
      • Adenoma
      • Fibroadenoma
      • Tumore misto benigno
      • Papilloma duttale
    • Iperplasia patologica (aumento dimensioni) o Displasia mammaria (alterazione del tessuto):
      • Iperplasia duttale
      • Iperplasia lobulare (crescita anomala dei lobuli mammari)
      • Cisti
      • Ectasia duttale
      • Fibrosi focale (alterazione del tessuto fibrocistico)
      • Ginecomastia (ingrossamento del tessuto mammario nel maschio)
  1. Dimensioni del tumore
  2. Grado di infiltrazione (se sono state attaccate le ghiandole mammarie)
  3. Natura maligna della lesione all’esame istologico (grado di malignità)
  4. Età del cane
  5. Eventuale coinvolgimento dei linfonodi regionali
  6. Eventuale coinvolgimento di altri organi: se ad esempio ci fossero metastasi ai polmoni, la diagnosi purtroppo si aggraverebbe.

Predisposizione di razza e prevenzione

Parliamo a questo punto di incidenza.

Tra i due sessi quello più colpito è il femminile.

Tra gli esemplari di razza e i meticci, sono i primi quelli più inclini allo sviluppo.

E tra le razze quelle più esposte sarebbero Bassotto, Barboncino e Pointer inglese (mentre il Cane da pastore scozzese a pelo lungo e il Boxer Tedesco quelli che rischiano meno).

Rispetto all’età, essa ha un’incidenza sfavorevole, con una percentuale più elevata tra i 9 e gli 11 anni.

Altro punto di convergenza col tumore mammario nella donna è la prevenzione, perché anche nelle cagne è possibile svolgerla:

  • la sterilizzazione in giovane età, tra il primo e il secondo calore, diminuisce notevolmente l’incidenza
  • il sovrappeso e la sedentarietà sono predisponenti
  • gli ormoni, in particolare quelli steroidei come il progesterone, ne stimolano l’insorgenza
  • alterazioni genetiche possono provocare il tumore alla mammella: è possibile testare le mutazioni del gene p53 con funzione di soppressore tumorale, ma il risultato non ha valore predittivo certo
  • la precocità della diagnosi permette di intervenire in modo tempestivo e mirato.

Di contro, la gravidanza non influisce minimamente sullo sviluppo della patologia.

 

Photo credit: pixabay.com

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