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Diari Storie

Io e Daisy, diario di una vita insieme. Il rapporto con i bambini (capitolo 12)


A volte noti gli sguardi furbetti, altre volte sussurrano un po’ timidi all’orecchio dei genitori, altre ancora sono più sfacciati e si avvicinano con passo deciso e la mano che si sta già posando sul mantello di Daisy, come se non controllassero l’impulso irrefrenabile di accarezzarla. I bambini mi affascinano sempre e da sempre. Il connubio bambini e cani (qui potrai leggere alcuni consigli d’oro per una buona convivenza) spesso e volentieri dà adito ad un baldanzoso spettacolo.

Ognuno ha il suo stile, il proprio modo di fare, forse frutto dell’educazione ricevuta, forse è genetica. I bambini, e anche i cani. Durante un pranzo estivo al mare, c’era un bambino, il piccolo di famiglia, nel tavolo di fianco al nostro. I genitori e il fratello maggiore dovevano ancora concludere quel lungo e noioso pasto, fatto di numerose portate e alla fine si sarebbe dovuto aspettare anche il sopraggiungere del chiudifila: il lentissimo caffè. Quell’adulto in miniatura era troppo vivace e troppo poco coinvolto nel pranzo per riuscire ad attendere altri preziosi istanti che poteva impiegare in mille modi divertentissimi. Il suo sguardo fugace aveva notato Daisy, la quale si era appena messa a sonnecchiare, dopo una lunga passeggiata in riva al mare.

Il bambino mi si avvicinò in modo irruento chiedendomi di poterla accarezzare, ma siccome aveva da poco varcato le soglie del mondo di Morfeo e noi dovevamo ancora consumare il nostro pasto, gli risposi che poteva farlo più tardi, quando si sarebbe svegliata. Visibilmente insoddisfatto per non poter esaudire subito questo suo desiderio, decise di dileguarsi oltre la siepe del ristorante, di corsa, dove sparì per alcuni minuti. Me lo immaginai al timone di una nave dei Corsari, trovare tesori nascosti capeggiando il suo equipaggio, piroettare combattendo per sconfiggere i nemici e lottare contro dei famelici squali. Tornò alcuni minuti dopo, vittorioso e guardingo, cercando subito di scoprire se la mia cagnolotta si fosse svegliata.

Constatando il permanere dello stato di catatonia, tipico di un terribile sonno profondo, fece una veloce tappa al noioso tavolo della sua famiglia per capire se l’ostile bevanda oscura fosse già giunta a destinazione e poi, via di nuovo verso un’altra fantastica avventura! Una volta riemerso nel mondo reale, Daisy si stava risvegliando e allora, con gli occhi illuminati, si avvicinò per attuare finalmente l’ennesima missione della giornata: accarezzare il cucciolo più morbido dell’universo! In quel momento tutta la sua intraprendenza e vivacità lasciarono il posto a una caldissima tenerezza, che era rimasta fino a quel momento celata dietro a uno sguardo deciso e fiero. Pensavo fosse uno di quei bambini a cui avrei dovuto ricordare che ai cagnolini non piace essere tirati per la coda e nemmeno stritolati come se fossero dei panni bagnati. Di fronte a me trovai invece un’inaspettata e tenuissima delicatezza, che mi ha dato l’opportunità di ricordare, una volta in più, che le persone presentano tantissime sfaccettature e i nostri pregiudizi dovrebbero sempre cedere il passo alla possibilità di conoscere gli altri e lasciarci stupire dalle loro inattese sfumature.

Fine Capitolo 12
(settimanalmente Federica ci racconterà un capitolo della sua vita con Daisy)
Puoi leggere qui gli altri capitoli di “Io e Daisy, diario di una vita insieme

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