Anche l’addestramento dei cani antidroga si basa sul “condizionamento operante”, vale a dire sulla reazione del cane a uno stimolo in attesa di una ricompensa, che nel caso specifico è rappresentato dal gioco.
In ciò differisce dai cani antiesplosivo, mossi principalmente dal desiderio di cibo.
Altra differenza con questi, che si siedono quando fiutano qualche ordigno, è che il cane antidroga, in presenza di sostanze stupefacenti, scava animosamente fino a trovarla.
Dunque, il cane antidroga deve possedere un’indole giocherellona, anche se il suo atteggiamento nei confronti del giocattolo deve essere possessivo.
Come avviene l’addestramento dei cani antidroga
Innanzitutto è necessario sfatare un mito: i cani NON sniffano né mangiano droghe, altrimenti si ammalerebbero e non sarebbero più adoperabili!
Piuttosto, i narcotici (prima hashish e marijuana, e poi anche ecstasy, eroina e cocaina), in minimi quantitativi, vengono chiusi in sacchetti di tela fitta e inseriti in un gioco, che viene poi nascosto nei posti più bizzarri (luoghi chiusi, aperti e automezzi, oltre che direttamente sulle persone) affinché il cane li ritrovi.
Si tratta di soggetti altamente specializzati, che in alcuni casi divengono davvero eccezionali in seguito all’addestramento per cani antidroga.
Si pensi a Pocho, un Jack Russel di 9 mesi, che è riuscito a trovare oltre due tonnellate di stupefacenti, facendo andare in fumo un giro d’affari di circa due milioni di euro, e sul quale la Camorra ha messo addirittura una taglia…