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Non solo la cagnetta Laika: ecco chi erano gli altri cani russi mandati nello spazio



Prima che fossero gli uomini ad essere mandati nello spazio, l’Unione Sovietica e gli Stati Uniti pensarono bene ci servirsi degli animali: se i secondi adoperarono in gran parte le scimmie, i russi si servirono soprattutto dei cani, anche perché le scimmie avevano paura e venivano lanciate nello spazio sedate, mentre i quattro zampe si fidavano dell’uomo e non opponevano resistenza.

Non solo la cagnetta Laika, universalmente nota, ma tanti altri di cui si sono perse le tracce e le storie, salvo ricomparire nella memoria storica grazie al rinvenimento causale dei diari di Oleg Gazenko, responsabile del “Piano animali spaziali” dell’Urss.

La cagnetta Laika e i suoi compagni di sventura

I requisiti fisici che dovevano possedere i cani russi ingaggiati per le missioni spaziali erano ferrei: meno di 35 centimetri di altezza, non oltre 43 centimetri di lunghezza, dal naso alla coda, meno di 6 chili di peso. Questo perché lo spazio all’interno delle navicelle era piuttosto risicato.

Nell’inverno del 1950 venne costituita la prima squadra canina –si trattava, come sempre accadrà, di meticci, più docili rispetto ai fratelli di razza, e di randagi, cani senza padrone che nessuno avrebbe pianto o reclamato- e dal luglio 1951 al settembre 1960, 44 cani vennero sparati a bordo di razzi ai limiti dello spazio.

I voli furono 29 e otto finirono tragicamente.

I primi ad essere impiegati furono Dezik e Tsigan (Vagabonda), che riuscirono a sopravvivere. Dezik morì in un secondo test, Tsigan venne risparmiata e lasciata vivere in pace!

Fu poi la volta di Mishka e Cizhik, che morirono.

Nel 1957 e nel 1958 gli esperimenti si fecero più duri: furono quelli gli anni di Laika, Belka e Strelka, che per la prima volta i Russi scelsero di rendere noti al mondo sin da subito.

Dal diario di Oleg traspare l’amarezza per la morte orrenda di Laika, “arsa viva”, e per anni occultata dall’Urss.

Ed emerge un’altra orribile verità: quando due cani mandati in volo tornavano entrambi illesi, uno dei due veniva sezionato.

Tra le ultime vittime Lissichka, Volpetta, e Chaika, Gabbiano: molto meno noti della cagnetta Laika, ma che hanno condiviso la sua triste sorte…

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