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Salute

“Il vaccino rende i cani autistici”: ecco la verità dietro l’allarme



Negli Stati Uniti cresce la diffidenza verso i vaccini, non solo per le persone ma anche per gli animali domestici. Tra le nuove teorie complottiste circola infatti l’idea che le vaccinazioni possano causare autismo nei cani. Una convinzione che gli esperti definiscono priva di qualsiasi fondamento scientifico, ma che rischia di avere conseguenze molto serie sulla salute pubblica.

L’origine del falso mito

Il legame tra vaccini e autismo nasce nel 1998, quando la rivista The Lancet pubblicò uno studio del medico Andrew Wakefield che ipotizzava una correlazione tra il vaccino trivalente e l’autismo nei bambini. Un lavoro poi smentito, ritirato ufficialmente nel 2010 e rivelatosi frutto di pesanti conflitti di interesse: Wakefield voleva brevettare un nuovo vaccino alternativo.

La ricerca scientifica successiva ha confermato innumerevoli volte che non esiste alcuna correlazione tra vaccini e autismo negli esseri umani. E nei cani la teoria è ancora più assurda: l’autismo è una condizione esclusivamente umana, e non riguarda altre specie animali.

La diffusione del timore negli Stati Uniti

Nonostante le smentite, il sospetto è tornato a diffondersi soprattutto dopo la nomina, da parte dell’amministrazione Trump, di Robert Kennedy Jr. – noto per le posizioni no-vax – a capo del Ministero della Salute.

Un sondaggio della Boston University School of Public Health, pubblicato nel 2023 sulla rivista Vaccine, ha rivelato dati preoccupanti:

  • il 37% dei proprietari di animali teme che i vaccini possano provocare autismo nei cani;

  • oltre il 20% ritiene i vaccini veterinari inefficaci;

  • il 30% li considera non necessari.

Questa disinformazione rischia di ridurre il numero di vaccinazioni, aprendo la strada al ritorno di malattie potenzialmente letali.

Il rischio rabbia e l’allarme dei veterinari

Negli Stati Uniti il vaccino antirabbico è obbligatorio nella quasi totalità degli stati. Dal 2007 la malattia era stata di fatto eliminata tra gli animali domestici grazie all’immunità di gregge. Tuttavia, la rabbia continua a circolare in alcune specie selvatiche come pipistrelli, volpi e procioni, spesso a stretto contatto con le aree urbane.

Secondo il CDC (Centers for Disease Control and Prevention), negli ultimi 12 mesi sono stati registrati sei decessi umani per rabbia, il dato più alto degli ultimi anni. Una diminuzione delle vaccinazioni canine potrebbe quindi riportare in circolazione una delle più antiche zoonosi della storia.

Conclusione: perché vaccinare i cani resta fondamentale

I veterinari ribadiscono che i vaccini non causano autismo nei cani e che questa teoria rientra tra le fake news che mettono a rischio la salute degli animali e delle persone. Vaccinare i propri cani non è solo un atto di cura, ma anche un gesto di responsabilità collettiva che garantisce la protezione da malattie gravi e ancora presenti, come la rabbia.

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