Si chiama Giorgio ed è un meticcio di 10 anni, preso dal canile di Mirandola (Modena). Ogni mattina arriva al bar del paese e si accuccia sotto un tavolino, aspettando lì il suo amato umano, un anziano morto di vecchiaia un mese fa.
Non si arrende Giorgio: puntuale come un orologio svizzero cerca sui suoi passi quell’amore perduto. “Dov’è il mio padrone?” si starà domandando.
Non sappiamo cosa possa pensare un cane dopo la morte dell’amato umano; non sappiamo se possa viverlo come un abbandono o se possa comprendere cos’è la morte. Quello che è certo è il dolore che resta. La sofferenza di un cane che cerca il suo umano è pari a quella di un bambino che cerca i suoi genitori senza trovarli.
Il papà umano di Giorgio passava in quel bar le giornate. Quando si è anziani e soli, il bar diventa il luogo della socializzazione e delle chiacchiere e questo riempie le ore vuote. Giorgio era sempre con lui.
Ogni mattina precisamente alle 7.30, questo cagnolino va al bar e senza scomporsi, aspetta di rivedere Il suo amato umano che mai più tornerà. Tra le coccole dei clienti e dei proprietari, Giorgio spera che qualcosa possa cambiare, ma purtroppo resterà deluso.
L’incredibile storia ricorda quella del cane Hachiko, il famoso Akita del film con Richard Geere. Anche nel film Hachiko aspettava il suo umano in stazione, sperando di rivederlo.
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