Aveva ucciso per vendetta il cane del fratello, un Setter femmina di tipo inglese, ma la giustizia lo ha raggiunto, condannandolo a 2 anni e 4 mesi di reclusione, più, da pagare, una multa da 1400 euro.
In provincia di Trento, quest’uomo ha compiuto un gesto brutale solo per vendetta personale nei confronti di suo fratello. Stavolta però. l’Ente Nazionale Protezione Animali non è rimasto a guardare: attraverso l’avvocata Claudia Ricci, l’associazione si è costituita parte civile fin dal primo grado del processo entrando in questa vicenda che viene definita dall’ ENPA “danno alla collettività”.
“Ogni volta che un animale viene colpito da violenze così gravi – si legge in una nota dell’Ente – viene leso anche il sentimento collettivo di rispetto e pietà che la nostra società riconosce agli animali. Un cane ucciso in modo crudele non è solo una tragedia familiare: è una ferita per tutta la comunità”.
A pagare le spese di una vendetta familiare quindi è stata un’anima innocente e ciò ha scosso tutta l’opinione pubblica, residenti della zona in primis.