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Separazione e affidamento del cane, cosa prevede la legge?



Il numero degli animali da compagnia in Italia è in costante aumento: è un fatto.

Crescono assiduamente nel nostro Paese pure separazioni e divorzio: altro dato inconfutabile.

Cosa accade quando queste due circostanze si incrociano?

E cioè quando una coppia proprietaria di un cane (o di un qualunque altro animale d’affezione) si separa?

Vediamo cosa stabilisce la legge nell’evenienza della separazione e affidamento del pet, a fronte di un quadro normativo carente.

Separazione e affidamento: cosa stabilisce la legge in merito agli animali da compagnia?

Secondo quanto recita l’art 455-ter del Titolo XIV-bis degli animali (Libro primo del Codice Civile):

“In caso di separazione dei coniugi, proprietari di un animale familiare, il Tribunale, in mancanza di un accordo tra le parti, a prescindere dal regime di separazione o di comunione dei beni e a quanto risultante dai documenti anagrafici dell’animale, sentiti i coniugi, i conviventi, la prole e, se del caso, esperti di comportamento animale, attribuisce l’affido esclusivo o condiviso dall’animale alla parte in grado di garantirne il maggior benessere. Il tribunale è competente a decidere in merito all’affido di cui al presente comma anche in caso di cessazione della convivenza more uxorio.”

Dunque, in caso di accordo, erano i coniugi stessi a decidere a chi dei due l’animale venisse affidato (come pure le condizioni del mantenimento).

In caso invece di mancanza di accordo era il Giudice a stabilire, nel massimo interesse dell’animale, a chi dei due spettasse il pet (spesso affidato alla persona che aveva in affidamento anche i figli).

Solo recentemente si è iniziato a parlare di affidamento congiunto, grazie ad una sentenza del Tribunale di Cremona.

Per cui adesso entrambi i coniugi possono continuare a prendersi cura dell’animale, pur non stando più insieme (dividendo le spese per il mantenimento a metà).

In definitiva i diritti dell’animale domestico vengono equiparati a quelli dei figli.

E quando invece i proprietari di Fido NON sono sposati e pongono fine alla loro convivenza?

Di norma l’affidamento spetta a colui che ha iscritto l’animale all’Anagrafe Canina.

Tuttavia, anche qui è possibile richiedere l’affidamento congiunto.

Colui che NON risulta formalmente proprietario (perché non ha materialmente iscritto l’animale all’anagrafe) dovrà dimostrare che Fido ha sviluppato una relazione affettiva con entrambi e che entrambi se ne sono presi cura in egual misura.

In questo modo si vanificheranno quasi del tutto i diritti di proprietà, considerando finalmente l’animale un essere senziente e non un bene.

Credits Foto: Pixabay.com

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