Una rivelazione shock dell’ ex quarterback Tom Brady, sta facendo discutere l’opinione pubblica con una notizia riportata da tutti i media americani. Il cane dell’attore sarebbe un clone.
Il simil Pitbull meticcio “Junie”, non sarebbe altro che un clone di “Lua”, il cane storico del commentatore Fox Sports ed ex campione Super Bowl.
Si tratta di una notizia che sta facendo il giro del mondo, riaprendo possibili scenari sulla clonazione animale, in particolare su quella degli animali domestici.
Tom Brady, investitore della Colossal Biosciences, società di biotecnologie americana, che si occupa anche di clonazione animale, con lo scopo (a detta loro) di invertire l’estinzione di alcune specie animali, ha consegnato il suo vecchio cane ad un’ equipé specializzata per permettergli di effettuare il test.
Il cane Lua, un meticcio molto amato dal quarterback e dalla sua famiglia, avrebbe subito un semplice prelievo di sangue prima di morire e da lì sarebbe poi nata Junie, o “Lua II”, come qualcuno l’ha ribattezzata.
“Amo i miei animali. Significano tutto per me e per la mia famiglia”, ha dichiarato Tom Brady nel comunicato diffuso dalla Colossal stessa. Questa è la ragione che avrebbe spinto l’ex sportivo a replicare in laboratorio il suo cane.
La notizia non è di certo passata in sordina, riaprendo un tema molto dibattuto già dagli Anni Novanta, con la prima clonazione animale sulla famosa “pecora Dolly“, che fu poi soppressa nel 2003, a causa di una gravissima malattia cardio-polmonare.
Seppur Junie non sarà mai Lua, Brady si dice soddisfatto dell’operato della Colossal, ma non sono venute meno le critiche, soprattutto sui social, che definiscono tale pratica pericolosa per il genere umano intero.
La clonazione consiste nella replicazione identica di un individuo, partendo da un individuo “genitore”, ma questo comporta in primis problemi di salute, spesso gravi, per i cloni e problemi etici che toccano il tema della manipolazione della vita stessa.
Inoltre, fra i “contro” di questa pratica, vi sono temi quali il benessere animale e la strumentalizzazione degli animali tutti, per meri scopi umani. La clonazione di animali a fini commerciali o alimentari è vietata in Italia proprio per questioni etiche, ma non solo.
Gli animali transgenici vengono già attualmente impiegati ad esempio per la produzione di alcuni farmaci: esistono proteine, create proprio da latte transgenico delle capre e non facilmente replicabili con semplici processi da laboratorio, che vengono utilizzati per creare farmaci specifici. Uno di questi è l’Atryn, prodotto dal latte transgenico delle capre.
Il rischio della clonazione è sempre quello di ridurre la variabilità genetica delle specie, poiché riproducendo animali in laboratorio, si creerebbe sempre lo stesso individuo, con le stesse qualità e gli stessi difetti genetici. In natura invece, all’interno della stessa specie, possono essere presenti variabilità genetiche, che permettono l’adattabilità ai cambiamenti della natura stessa.



