Dog.it | Portale dedicato al mondo del cane e ai dog lovers
Image default
Storie

Addio Tigro, il cane di Piazza Armerina. Per lui anche il funerale in tv, e ora si pensa al monumento



Una raccolta fondi per erigere un monumento in suo onore e il funerale in diretta televisiva sull’emittente StartNews: così Piazza Armerina piange Tigro, il suo cane. Sì perché Tigro era ormai da anni il cane di nessuno ma di tutti, amato come un membro della comunità a tutti gli effetti. E’ stato sepolto nella Villa comunale, mentre su Facebook si è aperta anche una pagina a suo nome e in sua memoria.

Sempre in prima fila alle feste di paese, amante delle funzioni in chiesa a cui gli era consentito presenziare, composto e silenzioso, il cane Tigro era stato trovato otto anni fa. Patrizia Spagnolo, responsabile locale dell’Enpa, lo aveva raccolto già randagio con delle bruciature alle zampe. Lo ha curato, poi il cane ha manifestato il suo desiderio di tornare libero unito alla gratitudine per essere accudito.

Così Tigro è divenuto cane di città. Una autentica mascotte a cui tutti erano affezionati, come dimostra l’ondata di emozione, commozione e partecipazione che ha accompagnato la sua morte. Vecchiaia, vita randagia. Tigro si è spento. Resta il suo inno alla vita che sa di indipendenza pur nella condivisione del tran tran di un’intera comunità. Una famiglia, tante famiglie per il cane Tigro. E adesso tutti gli dicono addio.

Pubblicato da StartNews Piazza Armerina su Venerdì 16 aprile 2021

Leggi anche:

La storia di Taylor il cane eroe che ha salvato koala feriti in Australia

Monica Nocciolini

I cani da assistenza per gestire il Disturbo Post Traumatico dei veterani di guerra

Stefania Di Carlo

Un uomo salva un cane abbandonato su un’isola deserta. Le immagini commoventi

aggiornamenti

Il cane non può salire sull’aereo, l’abbandonano nel parcheggio dello scalo

Monica Nocciolini

Chicco, 16 anni, in canile. Si stava lasciando morire, poi il miracolo

Monica Nocciolini

Pito, il cagnolino che ha sempre vissuto in rifugio perché reputato “brutto”

Stefania Di Carlo