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A 61 anni perde il lavoro, decide di vivere in auto pur di non lasciare il suo cane Max



Dopo aver perso il lavoro e affrontato un doloroso divorzio, Alessandro Galvan, 61 anni, originario di Bassano del Grappa ma trentino d’adozione, si è ritrovato senza una casa. Nonostante le difficoltà, c’è una cosa a cui non ha mai rinunciato: Max, il suo fedele compagno a quattro zampe.

Un legame indissolubile

La vita di Alessandro ha preso una piega inaspettata nel 2015, quando la sua attività di rappresentante ha chiuso per difficoltà economiche. Da allora, ha cercato di reinventarsi come networker, ma senza un’auto per spostarsi, le opportunità erano limitate. Come se non bastasse, tra il 2016 e il 2017, il suo matrimonio è giunto al capolinea.

In quel periodo difficile, è arrivato Max, un cucciolo che presto sarebbe diventato il suo punto di riferimento. «È il mio fratello, il mio compagno di vita – racconta Alessandro – Mi ha dato la forza di andare avanti».

La lotta quotidiana e il rifiuto di separarsi da Max

Dopo alcuni lavori stagionali in Val Badia, la pandemia ha complicato ulteriormente la sua situazione. Gli amici lo hanno aiutato, ospitandolo per periodi limitati, ma alla fine Alessandro si è ritrovato senza un tetto. I servizi sociali gli hanno offerto un posto in dormitorio, ma senza la possibilità di portare Max. Per lui, però, la scelta era chiara: «Posso dormire in macchina, ma non lo lascio indietro».

Così, per settimane, Alessandro e Max hanno vissuto nella sua auto, affrontando freddo e incertezze.

Un’ondata di solidarietà

La svolta è arrivata grazie a Daiana Berloffa, una donna che ha intercettato la sua storia e ha deciso di aiutarlo. «Ho visto il suo appello e l’ho condiviso ovunque. Se una soluzione non si trova in Trentino, si troverà altrove», racconta. Daiana ha percorso più di cinquanta chilometri per portargli cibo e croccantini per Max.

L’appello ha toccato il cuore di molte persone. Qualcuno gli ha donato una nuova cuccia per Max, altri vestiti e coperte. La rete di solidarietà ha fatto sì che Alessandro potesse trascorrere alcune notti in un ostello grazie a donazioni spontanee.

Uno spiraglio di speranza

Oggi, finalmente, si affacciano nuove possibilità. Alessandro ha in programma alcuni colloqui di lavoro, tra cui uno con una cooperativa multiservizi e un altro con un’azienda in Veneto. L’obiettivo? Trovare un impiego stabile e un alloggio sicuro per lui e Max.

«Ho visto il brutto, ma anche il bello di questa situazione – dice Alessandro – e devo tutto alle persone che mi hanno dato una mano». Ora, con il sostegno della comunità, il sogno di un futuro dignitoso sembra sempre più vicino.

 

Credits Foto: corriere.it

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