Una donna di 63 anni e la sua fedelissima cagnolina Molly ritrovano una casa grazie all’eco di gesti concreti di solidarietà. Per mesi, Antonina ha condiviso le notti con Molly davanti all’ingresso del pronto soccorso dell’Ospedale Civico di Palermo, una sorte di rifugio improvvisato dove la precarietà non le permetteva di pensare a un futuro. Per fortuna c’è chi ha scelto di non voltarsi dall’altro lato: accoglienza e solidarietà hanno cominciato a tessere una nuova strada per lei e per il suo cane, restando ancorati a un principio semplice ma potente: non si lascia indietro chi ama un animale.
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La lunga notte davanti al Civico e la decisione di non mollare
La scelta di Antonina è stata quella di restare accanto a Molly, convinta che la loro compagnia fosse una ragione sufficiente per resistere. La pensione di reversibilità che le arriva periodicamente, poco meno di 600 euro, non basta a sostenere un affitto, ma è stata la goccia che ha fatto scattare la catena di solidarietà: nessuno avrebbe voluto accogliere la signora senza la sua cagnolina. Eppure, proprio l’amore per l’animale ha acceso una luce diversa: una comunità di Cinisi ha deciso di offrire vitto e alloggio, dimostrando che l’adozione non è solo una parola, ma un gesto tangibile che cambia vite.
La risposta della comunità e la mano del Comune
La notizia della svolta è arrivata grazie a un intervento politico e civico: il deputato regionale Ismaele La Vardera ha comunicato che la casa è stata trovata, grazie a una collaborazione tra realtà locali e istituzioni. Il Comune di Palermo ha precisato che la signora è stata seguita dal Servizio Sociale di Comunità, dal Punto Snodo Casa e che è stato attivato un contributo specifico per l’affitto, destinato a soggetti in condizioni di fragilità, con l’obiettivo di accompagnare chi convive con un animale domestico verso una sistemazione stabile in un comune limitrofo.
Questa storia sottolinea un concetto chiave: integrare gli animali di compagnia nei percorsi di assistenza non è solo un gesto di empatia, ma una strategia di prevenzione della povertà e di riacquisizione di dignità. La relazione tra persona e animale è spesso il primo asset su cui costruire fiducia, stabilità e continuità nei percorsi di sostegno pubblico. Nel caso di Antonina, Molly è stata la chiave che ha favorito l’apertura delle porte a una nuova opportunità abitativa, dimostrando che l’adozione può coesistere con percorsi di integrazione sociale.
Un orizzonte condiviso: verso una sistemazione stabile
Con la nuova sistemazione, la strada è tracciata: continuare nel percorso che porti all’accoglienza dei soggetti fragili accompagnati dai loro cani. L’attenzione resta alta sulle risorse disponibili, sui progetti di housing sociale e sulle collaborazioni tra enti locali. Il cammino, pur lungo, resta segnato dalla promessa di una convivenza dignitosa, dove l’amore per Molly non sia motivo di esclusione ma di inclusione.




Perché includere gli animali nell’aiuto sociale