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La vicenda di Narcos, il cane ucciso da un poliziotto antidroga, fa discutere. Ecco cosa è successo



In questi giorni i riflettori dei media sono puntati su una vicenda che ha scosso l’opinione pubblica, dividendo e facendo molto discutere. Si tratta della vicenda del cane Narcos, ucciso con un colpo di pistola da un poliziotto antidroga.

Le proteste non sono mancate e in Piazza Roma ad Ancona, ha avuto luogo un sit-in di qualche centinaio di persone per chiedere giustizia alle autorità.

Presente anche la padroncina di Narcos, una giovane di origini dominicane.

Cosa è successo

Narcos, incrocio Pitbull, sarebbe stato aizzato dal compagno della sua proprietaria, un 22enne romeno, contro gli agenti della Polizia, durante il tentativo di disfarsi di alcune dosi. Senza museruola e senza guinzaglio, il cane si sarebbe scagliato quindi contro le Forze dell’Ordine.

Il ragazzo, un abile addestratore cinofilo famoso sui social,  in passato aveva avuto già problemi con la legge. Lo scorso febbraio era già finito a processo per aver aizzato un cane contro un passeggero di un autobus ai fini di rapinarlo. A marzo del 2023, In compagnia di un amico, il 22enne era salito a bordo della “linea R”, diretta a Castelfidardo e avrebbe iniziato ad infastidire un passeggero di origini bengalesi, un coetaneo.

Quando quest’ultimo sceso alla fermata, sarebbe stato poi inseguito per essere rapinato. Nel tentativo era stato usato un altro cane, il quale era stato aizzato contro il ragazzo. Il cane gli aveva addentato la caviglia ferendolo e nel mentre i due lo avevano derubato.

Il sit-in degli animalisti

In questi giorni, oltre alle proteste sui social, si è svolta una manifestazione in Piazza Roma (Ancona), guidata dalla ragazza dominicana proprietaria di Narcos e da alcuni animalisti, fra cui Enrico Brizzi.

I cittadini chiedono la sospensione del poliziotto che ha sparato il colpo, puntando il dito contro l’abuso di potere. D’altro canto invece, c’è chi parla di legittima difesa, di fronte a un cane ritenuto pericoloso e pronto all’attacco.

Quello che è certo è che la colpa non è ovviamente del 4 zampe, ma di chi lo avrebbe usato per i propri scopi, facendo riflettere ancora una volta, su come spesso gli animali diventino meri strumenti per delinquere.

 

Credits foto: La Nuova Riviera

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