A volte il male viene da dove meno te lo aspetti, e proprio da persone che invece dovrebbero esserne immuni.
È pensabile che una volontaria di un canile possa, a meno di due settimane dall’adozione di un meticcio, farlo abbattere?
Eppure è quanto è accaduto…
La storia del cane adottato e abbattuto…
Il povero protagonista di questa triste storia si chiamava Sturn, meticcio sordo e cieco ospitato presso il canile “Gli amici del randagio” a Erba, nel Comasco.
Dell’animale si occupava da tempo una volontaria, che aveva deciso di adottarlo.
Se non che, dopo una quindicina di giorni, la donna l’ha condotto da un veterinario in Svizzera e l’ha fatto abbattere.
Il motivo potrebbe essere stato l’abbaiare continuo del cane, che avrebbe determinato pure l’intervento delle forze dell’ordine.
Non si vuole discutere del fatto che in alcuni Paesi l’eutanasia degli animali è davvero troppo semplice –in Italia ad esempio è giustificata solo da gravi motivi sanitari, pena, in caso contrario, la perseguibilità penale-.
Quello che ci tiene a sottolineare Marco Folloni, responsabile del canile, è la delusione umana.
Se infatti la donna per la giustizia elvetica non ha commesso alcun illecito, si è sicuramente macchiata di un grave delitto “umano”, tradendo la fiducia delle persone che le avevano affidato il cane. Persone che conosceva ormai da cinque anni.
Per questo Folloni si dice profondamente ferito e amareggiato.
E si chiede perché, se la donna aveva avuto problemi a gestirlo, non si sia preoccupata di fare una telefonata e di restituirlo al canile che l’avrebbe riaccolto.
Forse il motivo sta nel fatto che la donna è un addestratore cinofilo, per cui riconsegnare l’animale sarebbe stata l’ammissione di un’incapacità.
Insomma, una questione di vanità e di ego, per i quali ne avrebbe fatto le spese il povero Sturn, cane adottato e fatto abbattere da un’umana di cui si fidava…