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Pet-visiting: quando nelle corsie ospedaliere hanno accesso pure i cani

pet visiting

Nel reparto di Terapia intensiva dell’ospedale San Giuseppe di Empoli ha avuto accesso pure Nello, il cocker nero che ha potuto fare visita al suo umano, ricoverato in condizioni critiche.

È stata la prima volta che un animale da compagnia entrava nella Terapia intensiva del San Giuseppe, ma non di altri ospedali toscani.

Nella regione, fin dal 2014, sono molte le realtà sanitarie che consentono queste ‘visite speciali’, e addirittura è stato avviato un percorso di formazione di 15 operatori sanitari dell’ospedale Santa Maria Nuova.

Nel reparto pediatrico dell’ospedale Santa Maria Annunziata di Firenze il cane Serena due volte al mese fa visita ai bambini ricoverati, accompagnandoli in sala operatoria e aspettandoli al loro ritorno risveglio.

Che la presenza delle persone care rappresenti uno stimolo psicologico determinante per il malato è un dato di fatto.

Lo stesso dicasi per gli animali d’affezione.

È per questo che la mappa del ‘Pet visiting’, percorso dell’umanizzazione delle cure previsto in particolare nei situazioni ad alta criticità, non comprende solo la Toscana.

L’ultimo ospedale in ordine di tempo a consentire le visite in corsia dei 4zampe è quello dei Castelli (Ariccia, Roma), nel Lazio, che ha inaugurato l’area ‘4 Zampe con te’, dove cani, gatti e conigli di casa possono incontrare i loro umani ospedalizzati.

Oltre al Lazio e alla Toscana, anche in diverse strutture pubbliche e private della Lombardia già dal 2016 i malati possono godere della vicinanza dei pet: ne sono esempi gli ospedali Sant’Anna di San Fermo della Battaglia, Sant’Antonio Abate di Cantù e ‘Felice Villa’ di Mariano Comense.

In Umbria, l’ingresso di cani e gatti nelle strutture ospedaliere avviene in aree riservate, in determinati orari, su richiesta dei pazienti.

E la presenza di pet si registra pure all’Hospice Universo Salute – Don Uva di Bisceglie (Bat) in Puglia, e al Gaslini di Genova in Liguria, dov’è consentito l’ingresso nel reparto di Neuropsichiatria Infantile.

Tuttavia, gli animali in ospedale richiedono delle piccole precauzioni: la perfetta condizione clinica del peloso, il temperamento socievole, l’indole docile, l’abitudine agli ambienti affollati.

È inoltre necessario che Fido sia stato sottoposto ad una profilassi accurata nei confronti di pulci e zecche, ad un controllo sulla presenza di micosi, e ad un’approfondita pulizia del pelo al fine di evitare di introdurre in un ambiente protetto come quello ospedaliero dei possibili pericoli.

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